Vaccanza Project



A Canazei spunta la «Vaccanza»
La stalla diventa galleria d’arte: ecco la sfida di Manuel Riz e Claus Soraperra
di Elisa Salvi

CANAZEI. Il contesto, l’aspetto, l’odore che si respira sono autentici: non c’è dubbio è una stalla. Ma l’indizio, un “bucranio” giallo fosforescente, appeso a fianco all’ingresso è preludio della sorpresa: la “stala de Begnamin tic” (Stalla di Beniamino “Tic” Soracreppa) a Gries di Canazei, dal 15 giugno, ha cambiato destinazione ed è diventata “Vaccanza”, galleria d’arte.
La nuova permanente che nel nome anticipa i contenuti, ovvero un confronto artistico tra passato contadino e presente turistico della valle, è stata presentata, nell’assolato venerdì pomeriggio sui prati dello storico manufatto rurale, da Manuel Riz e Claus Soraperra, autori dell’installazione, e da Martino Soracreppa, proprietario dell’edificio.
I tre hanno inaugurato lo spazio, con una performance quasi teatrale, per vivacità e allegria, di fronte a una quarantina d’invitati tra amici, artisti fassani e non, e ospiti illustri quali Michil Costa, tutti con al collo un biglietto-skipass d’entrata.
«Allestire una mostra in una stalla - ha affermato Soraperra - è una sfida, una provocazione al raffronto tra ciò che era e ciò che è adesso la valle. Un passato vicino a noi, perché qui io e Martino da bambini giocavamo ai pastori, rotolandoci nel fieno, “disturbando” le vacche e Beniamino (zio, scomparso, di Martino) nelle sue faccende di contadino. Oggi in questa stalla, da dove dieci anni fa sono uscite le ultime mucche di Canazei, siamo entrati con i colori realizzando qualcosa mai fatto prima».
In effetti una stalla, con struttura e arredi canonici e pervasa da un odore acre di bestie, fieno e letame, ma con le pareti decorate da coloratissimi crani e corna d’animale, vacche che sciano o consumano piatti di spaghetti, scritte in ladino, ritratti e perfino un minotauro fasciato come una mummia e munito di falce e martello, in Val di Fassa (e non solo) non si era mai vista prima. È questo il frutto dell’unione d’intuiti della coppia d’artisti di Canazei - Riz fumettista e Soraperra pittore e poeta, entrambi docenti d’arte - capaci, negli ultimi anni, delle opere più interessanti della valle. Un’avanguardia la loro (per spinta propositiva al futuro) che sa fare i conti con un passato che non è altro che la loro infanzia. Un tempo e una cultura da misurare con il presente, dai ritmi veloci e perciò difficili da interpretare.
Nella “Vaccanza” sono ben amalgamati il guizzo illuminante di Riz e la profondità poetica di Soraperra che dedicano questo nuovo spazio d’arte agli amici e alla comunità. Una galleria dall’apertura variabile (per lo più contattando gli artisti). E anche quest’aspetto è parte integrante dell’installazione.


Michil Costa in questo articolo apparso sul Corriere dell'Alto Adige, fa una riflessione sulla art-performance nella stalla: VACCANZA.



MUNGIAMO I TURISTI

Arrivano toni forti dalla Val di Fassa. Una volta tanto non sono le fastidiose e irrispettose motociclette. Sto parlando di intensità artistica, e all'arte non vanno posti limiti, nemmeno in trentino-Alto Adige...

C'è poco da girarci intorno: una volta mungevano le mucche, oggi mungiamo i turisti. E' questa l'idea, l'immagine, attorno alla quale Manuel Riz, vignettista e insegnante alle suole medie, e Claus Soraperra, pittore, poeta e insegnante della scuola d'arte di Pozza di Fassa, hanno costruito la loro geniale mostra dal titolo "Vaccanza", realizzata nella stalla del vecchio Beniamino "Tic" Soracreppa: da bambino si giocava a "fare il contadino" -che bei giochi si facevano un tempo!- assieme all'amico Martino Soracreppa, nipote di "Tic", che oggi l'ha ereditata. Le vacche non ci sono più, ma l'odore acre di bestie, fieno e letame è rimasto.

Qualche giorno fa ho preso parte all'inaugurazione. Tutti i presenti avevano il "vaccapass" al collo (altra bella idea!) e non ho potuto non apprezzare il genio dei due artisti fassani. La stalla è ora tappezzata da coloratissimi crani e corna di animali, disegni di vacche che sciano e mangiano spaghetti e altre immagini provocatorie, come il logo della Val di Fassa tramutato appunto nella scritta "Vaccanza".

Mi è venuta subito in mente un'altra bella vignetta di Riz, quella che raffigura il gruppo del Sella con il logo Dolomiti Unesco trasformato in un enorme prosciutto, bloccato nell'affettatrice del nostro sistema turistico. "Non c'è un collegamento diretto con quell'immagine -dice Riz- ma l'idea è la stessa, Soraperra e io volevamo fare da tempo qualcosa assieme su come l'avvento del turismo di massa ha cambiato la nostra valle. Una volta mungevamo le vacche ora mungiamo... i turisti. Quella di Martino è l'ultima stalla di Canazei: ci sembrava il posto migliore dove realizzare le nostre installazioni. Provocazione troppo forte? Siamo consci che oggi stiamo meglio dei nostri antenati -conclude Manuel- ma non per questo possiamo permetterci il lusso di dimenticare da dove veniamo. Perciò pensiamo sia meglio non esagerare".

Non sono contro il turismo in quanto tale, che ci ha dato benessere, ma contro un certo modello di turismo, quello che cannibalizza le nostre montagne e la gente che le abita. Per questo applaudo all'iniziativa di Manuel e Claus: che la loro opera apra le menti. Giulan, anzi: develpai , amici miei...