Nell'autunno del 2015 in occasione del 40° anno di fondazione dell' Istituto Culturale Ladino di Fassa il progetto IDENTITA' è stato ospitato in Fassa. L'esposizione ha assunto delle nuove connotazioni filosofiche date dal fatto che le opere pittoriche sono state esposte all'interno della collezione storica del Museo Ladino. L'operazione già testata nella mostra LADINIA presso il Tiroler Volkskunstmuseum di Innsbruck nel 2011, ha permesso anche in Fassa di attivare quei meccanismi di comunicazione con il pubblico che, divenendo più familiari e diluiti all'interno dei contesti storici specifici, rispondono in maniera più completa ad una comprensione filosofica dei temi pittorici proposti.
Nella sala Luigi Heilmann del Museo è stata creata un'installazione originale che presentava aspetti laconici e ermetici al limite dell'ironia. La scelta di creare questo spazio artistico è stata pensata come opportunità per inserire il pubblico in un contesto surreale e assurdo, in un'opera d'arte dove la presenza angosciante del corpo di Looney Angst al centro, ha favorito nei tre appuntamenti di discussione l'instaurarsi di un clima aperto, libero, senza pregiudizi e timori.
In occasione della presentazione dell' Artbook Identità, accanto alle 6 schede delle opere pittoriche se ne è aggiunta un'ulteriore di un'opera inedita "Giava"
Vigo di Fassa, 8 settembre 2015
COMUNICATO STAMPA
“Guant” e identità
Le iniziative dell’ICL per un autunno di riflessione
nel 40° anno dalla fondazione
La “Domenica del Ringraziamento”, tradizionale
appuntamento autunnale promosso dall’Union di Ladins, sarà quest’anno
dedicata al guant e a tutte le
persone (donne in particolare) che nel corso dei decenni hanno contribuito a
conservare, tramandare e valorizzare i “costumi ladini” che ancor oggi
costituiscono motivo di orgoglio e segno tangibile dell’identità comunitaria.
Sull’abbigliamento tradizionale in Val di Fassa, l’ICL ha
recentemente portato a termine una vasta indagine storico-etnografica durata
quasi tre anni, condotta da un’équipe composta da personale interno, nonché da
esperti e collaboratori esterni, ora compendiata in un’opera in due volumi, il
primo dei quali verrà presentato ufficialmente proprio in quell’occasione (11
ottobre p.v.), corredato da oltre 300 immagini d’epoca e contemporanee,
disegni, testi etnografici e documenti, per un totale di 400
pagine. Una ricerca che documenta non solo le origini, ma che illustra anche i
più recenti sviluppi di questo importante fenomeno identitario, il quale si
impone tutt’ora alla nostra attenzione per la sua attualità e per la sua
straordinaria vitalità: un’inattesa risposta al processo di globalizzazione in
atto, che tende ad omologare ogni differenza, in primis quelle di ordine
culturale e linguistico.
Che tuttavia il tutto si traduca in mera esteriorità, quella che in
ladino si chiama parbuda, è un
rischio reale, in questa nostra società dominata dall’apparenza: è quanto si
chiede Claus Soraperra de la Zoch,
che non a caso in questo frangente propone una riflessione più profonda sulle
dimensioni dell’identità, tema cruciale per una minoranza linguistica.
L’eclettico artista di Gries esporrà le sue creazioni d’arte visiva dedicate al
tema “IDENTITA'” nelle sale del Museo Ladino nel periodo compreso tra il 18
settembre e l’11 ottobre, un progetto che comprende anche un Artbook che ne documenta motivi e approdi,
nonché due incontri di discussione in cui esperti del settore confronteranno le
loro idee sull’identità in rapporto con la lingua e con il territorio,
dimensioni altrettanto fondative di una comunità di minoranza.
Non c’è modo migliore per ricordare i 40 anni di vita dell’Istituto
Culturale Ladino, fondato precisamente nell’agosto dell’ormai lontano 1975:
festeggiare sì, ma nello stesso tempo interrogarsi sul “senso” di un impegno
pluridecennale inteso a dare dignità e sostanza alle rivendicazioni identitarie
della comunità di Fassa. Riflettere e interrogarsi non solo sui risultati di
questo lavoro, ma anche e soprattutto sulle prospettive future: poiché ogni
sforzo sarà vano, se la Comunità di Fassa – rinunciando alla lingua degli avi –
dovesse perdere anche la propria “anima” e di ladino non restasse altro che una
vuota parvenza.
Fabio
Chiocchetti
Direttore dell’ICL