Il
progetto espositivo vuole mettere in luce la trasformazione identitaria in atto
nelle popolazioni alpine. Lo sviluppo socio-economico, che negli ultimi decenni
ha deviato e depauperato gran parte delle aree delle Alpi attraverso uno
sviluppo e una politica espansionista, urbanizzante rispetto alla civitas montana, ha portato a una crisi
identitaria e culturale, con la decadenza sociale, di valori, saperi, saggezze
e tradizioni plurisecolari. In pochi decenni con la scusa del benessere gran
parte delle Alpi sono state trasformate in luna park sciistici e/o in parchi
divertimento.
Tale trasformazione inizialmente estetica ed
esteriore, negli anni in cui il gap tra reddito medio della montagna e della
pianura si è enormemente colmato, la crisi si è amplificata in maniera subdola,
mettendo in crisi non solo lo sviluppo del territorio, ma anche i valori
identitari, creando un disagio esistenziale tra le persone, in certi casi
portando alla decadenza sociale e demografica diffusa.
Il benessere, lecito per migliorare lo status sociale
delle popolazioni di montagna, aspirato e formalmente raggiunto attraverso la
trasformazione forzata della montagna a totale uso e consumo dell’industria del
turismo di massa, ha convinto allora i montanari che con lo sviluppo turistico sarebbe
arrivata un’inaspettata ricchezza, dimenticando che il prezzo da pagare sarebbe
stato pesante, portando la distruzione culturale, sociale, ecologica, con
l’invenzione dovuta di nuove forme fluide di identità, svuotate, banali,
effimere, pericolose e al limite della fantasia.
Negli ultimi anni nuovi interrogativi pongono le
località alpine al centro del dibattito, l’arrivo anche nelle località
turistiche alpine di immigranti stranieri. Il fenomeno dell’accoglienza dei
rifugiati porta con sé la paura e la minaccia per il turismo alpino e per la
difesa dell’identità (..ma quale delle tante?), generando fin da subito episodi
di intolleranza, di violenza e di razzismo, ponendo le “Beatae Alpes”, tanto
care al benessere e meno alla solidarietà ad essere ancora terra d’asilo come
storicamente più volte sono state.
Non per ultimo l’arrivo del marchio UNESCO diviene oggi
una nuova incognita, un ulteriore rischio che, dato nelle mani di un’intera
popolazione ormai superficiale, confusa, liquida fragile e divisa, rischia di
segnare un ennesimo fallimento.
Project
Poster
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Exhibition
Works
Performance
Interview
RAI Ladinia
Trento Film Festival
TML Pedies